È vero che è preferibile ottenere il 40,8% dei votanti e governare che accontentarsi del 25% e non avere la forza per dirigere il Paese. Traduciamo il concetto: se un leader conquista un alto consenso governa e con lui governa il Partito. Ma Renzi dovrebbe riflettere: se per un caso “inciampa” e diventa inabile a governare che può fare il suo “partito” i cui iscritti sono crollati da 539.000 a 100.000. il PCI fu dominato da Togliatti. Il “Migliore” è morto e il partito è rimasto vivo e vitale. Così è accaduto per Berlinguer. Che cosa succede con l’eventuale eclissi di Renzi?
Renzi ignora che non è mai esistito un uomo solo al comando. Con Alessandro, Cerare, Napoleone, Stalin: cercate di ricordare che cosa è successo alla morte di questi “capi carismatici”. L’unico esempio di continuità del potere è dopo la morte di Mao in Cina.
Dunque con un partito profondamente diviso e abbandonato da 439.000 iscritti in maggior parte “militanti”, cioè forza vitale, Renzi potrà governare ma sarà solo e cioè estremamente vulnerabile, perlomeno “transeunte”. È forse il caso di aggiungere che Renzi ha otteniuto il 40,8% alle europee ma il corpo elettorale era dimezzato.
Ad esempio alle elezioni del 2001 Berlusconi ottenne il 45,4%(l’Ulivo il 43,7%) MA i suoi voti sono calati drasticamente in parallelo con l’appannamento del suo appeal.
In conclusione l’enorme perdita di iscritti lascia Renzi “solo” al comando, cioè in condizioni precarie e questo per non ripetere ma repetita juvant!-che in tutti questi mesi Renzi a parte gli 80€ non ha concluso niente pur avendo così tanto potere.
Io ho l’impressione che Renzi tenda a fagocitare l’elettorato di Berlusconi.
E in proposito ascolta i consigli del fiorentino Verdini (secondo il Corriere della Sera!) per diventare unicum. I problema è che se le cose vanno avanti così dopo gli iscritti a l Pd resteranno al casa gli elettori di ogni tendenza. Ecco l’imperativo categorico: rifare una nuova sinistra autenticamente socialista l’unico spazio storicamente radicato nel Paese (radici senza pianta). Ma “chi pon man ad esso”?