No, non è Mitterand

MitterandMatteo Renzi mi è simpatico: giovane, sveglio, chiaro. E’ la felice antitesi del politico paludato, ambiguo, inaffidabile, che ammorba la politica italiana E’ una ventata di aria fresca.               Però! C’è un “però” enorme: che cosa vuole Renzi? A parte le sue opinioni su singoli provvedimenti, come l’IMU, ha un progetto, un disegno generale, un’idea del suo partito, dei suoi fini e dei suoi strumenti: una volta si diceva l’ideologia e la tattica? Io non le ho viste e dunque non so che cosa sarebbe, che cosa diventerebbe il suo partito sotto la sua egemonia.                    Dal crollo del muro di Berlino e la fine del comunismo ci siamo chiesti invano che cosa volesse diventare il PCI ormai privato della propria identità. Quel grande partito ha risposto restando inerte, cercando di conservare le sue forze e unendosi ad una parte della ex DC; è diventato un pezzo dentro il socialismo in Europa, ma senza identità in Italia sopravvivendo, forte dei legami tenuti con gran parte della società italiana, per le tante battaglie condotte sul campo.

Renzi ha fatto nascere in me, totus socialista, ma apolide, la speranza che avevamo anche noi il nostro Mitterand, molto più giovane e incontaminato dell’anziano leader francese che ha fatto rinascere dalle rovine e portato alla vittoria il vecchio arnese della SFIO. Per la verità la battuta di Renzi: “l’unico rosso che conosco è quello della Ferrari” avrebbe dovuto mettermi sull’avviso – ma noi l’abbiamo posta a carico del suo scanzonato carattere fiorentino -.

Renzi, dunque, non è il Mitterand italiano. Ne è lontanissimo. Probabilmente conquisterà la leadership – sta collezionando sponsor del peso di Veltroni!- ma la nostra speranza che possa diventare l’artefice di una “grande riforma”, di un moderno partito della giustizia e della libertà per tutti è già andata frustrata.

E Barca l’altro astro crescente ha un progetto? Quale? Sì Barca ce l’ha, ma mentre noi speriamo in un’idea per il futuro, Barca ha un progetto per il passato. Vuole restituire presenza, iniziativa, “potere” ai circoli – le ex sezioni del PCI – dove ora i militanti non si chiamano più “compagni” e non si danno il fraterno “tu” di una volta.

Insomma Renzi pensa al suo futuro ed al suo avvenire personale, Barca ai tempi che furono. Povera sinistra, povero socialismo in un mondo, specie l’Italia, lacerato e impoverito e che tanto avrebbe bisogno di Nenni, di Berlinguer, di Mitterand.

Giuseppe Tamburrano

P.S. La proposta Finocchiaro-Zanda che vorrebbe escludere dalle consultazioni elettorali il Movimento 5 Stelle è dissennata. Grillo ha detto che promuoverà l’astensione. Che è gia al 30%. E che diverrebbe circa il 60% degli elettori. Avremmo un Parlamento eletto da una minoranza. E’ proprio vero: “quos perdere vult deus dementat”

fondazione nenni

Via Alberto Caroncini 19, Roma www.fondazionenenni.it

One thought on “No, non è Mitterand

  1. Manca il progetto futuro di societa’. Filippo Turati: “Rifare l’Italia”. Per fare cio’ occorre coraggio per cambiare il sistema politico, istituzionale ed economico, ma la politica deve mettersi in discussione, altrimenti e’ destinata a cedere il passa a qualcosa di diverso. “Pietro Nenni: Rinnovarsi o perire”.

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