Che succederà?

Lunedì 25 sapremo qual è il destino della democrazia italiana. Perché di questo si tratta più che del sorpasso di Berlusconi su Bersani e Vendola o della percentuale di Monti.
La prima questione cruciale è il voto al Senato: riuscirà la sinistra ad ottenere la maggioranza anche a Palazzo Madama. E se non ce la fa – come è probabile – si alleerà con Monti il quale porterà –se porterà – il pacchetto di senatori necessari? Altrimenti il Parlamento sarà ingovernabile. Si dovrà tornare a votare con la medesima legge elettorale con il rischio altissimo che dalle urne esca un Parlamento ancora più ingovernabile anche, soprattutto, perché i voti di Grillo aumenterebbero di fronte alla incapacità dei partiti di formare un governo.
La seconda questione riguarda la partecipazione al voto: più alte sono l’astensione e il voto nullo, più screditato è il Parlamento nel quale i partiti sarebbero indeboliti dalla ridotta rappresentatività che è nella democrazia appunto “rappresentativa” la loro principale se non unica funzione. Ma la questione non è decisiva perché i partiti possono governare quale che sia la percentuale dei votanti. Senonché vi è una terza questione – la più grave – che riguarda la forza di 5 Stelle. Che farà Grillo? Se i suoi parlamentari svolgeranno le loro funzioni in modo turbolento ma non eversivo alla Di Pietro, 5 Stelle non durerà a lungo: come Giannini nel dopoguerra. Ma è molto più probabile, per non dire certo, che Grillo ordinerà ai suoi il sabotaggio dei lavori parlamentari, nelle commissioni e nell’Aula, utilizzando i regolamenti parlamentari che sono garantisti e cominciando, come ha fatto all’Assemblea siciliana, col rifiutare una parte consistente delle indennità parlamentari.
Quanto potrà durare un Parlamento nel tumulto e nella paralisi quotidiane provocate da oltre un centinaio di deputati e senatori (oggi Grillo viene accreditato al 20 per cento!)
Si tornerà alle urne? L’azione di Grillo in Parlamento sarà ispirata alla demagogia, a richieste “popolari”, anche se impossibili: alle nuove elezioni il credito di Grillo risulterà crescente. Conquisterà la maggioranza assoluta con la demagogia come Mussolini la conquistò nel 1924 con le squadracce che risultarono molto popolari?
Che ne sarà – o prudentemente diciamo “sarebbe”- della nostra democrazia, dei nostri rapporti con l’Europa?
Perciò io tremo ascoltando i discorsi inconsapevoli per non dire incoscienti degli attuali leaders e tremo pensando a lunedì sera. Che il Signore non ci ascolti!

Giuseppe Tamburrano

fondazione nenni

Via Alberto Caroncini 19, Roma www.fondazionenenni.it

2 thoughts on “Che succederà?

  1. Ehi, da quando lo slogan è diventato “perché non possiamo non dirci conservatori”? Il sistema politico italiano, per non parlare di quello socio-economico, non è certo il migliore di mondo, e non esistono vere pressioni per riformarlo sino a che continuano a residuare illusioni sulla sua possibilità di sopravvivere così com’è, con qualche pezza e qualche panno caldo, o con macellerie sociali i cui artefici si salverebbero l’anima con il colore “di sinistra” dei governi che le accettano e promuovono. I socialisti devono tornare a pensare out of the box, ed essere semmai *loro* a chiedere ciò che ovviamente non è possibile nel sistema della devastazione capitalista del pianeta.

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