La scristianizzazione dell’Europa

Una decina di anni fa il cattolico integralista Rodney Stark proclamò, con l’arroganza che lo ha sempre distinto, che era giunta l’ora che i sociologi riconoscessero che il paradigma della secolarizzazione – che per oltre un secolo era stato al centro dell’analisi dei processi di modernizzazione – doveva essere seppellito . In tempi più recenti, Umberto Galimberti ha ritenuto di poter tranquillamente affermare che “in presenza di una mondializzazione materialistica, assistiamo alla rinascita potente del religioso” .
Sono tesi – quelle di Stark e Galimberti – che non possono non lasciare letteralmente sbalorditi, visto che tutte le ricerche empiriche certificano che nelle società post-industriali – con la sola eccezione dell’America – la riduzione della frequentazione delle funzioni religiose ha raggiunto dimensioni tali da indurre l’Arcivescovo di Parigi, André Vingt-Trois , a stilare questo mesto referto sullo stato di salute del cristianesimo : “A causa del forte declino della catechesi , la maggior parte degli adulti non sono in grado di prendere posizione riguardo alla fede cristiana perché ne ignorano tutto. I suoi simboli e le sue formule-chiave appaiono loro estranei e, addirittura, esotici…Il problema consiste non tanto nel consolidare e trasmettere quanto nell’iniziare alla fede in un contesto nel quale sui 70% di Francesi che si dice cattolico , solo il 5% è realmente praticante”. Ancor più radicale la tesi del cattolico Hippolyte Simon: “ Dal momento che né la fede nella creazione né la fede nella resurrezione di Cristo sono presenti nella maggioranza dei Francesi , è inevitabile concludere che essi non hanno più idea di ciò che potrebbe essere la fede in un Dio trascendente . In altri termini , la maggioranza dei Francesi si trova al di fuori della tradizione giudaico-cristiana, del monoteismo. Non c’è nessuna via di mezzo : se essi non procedono più dal monoteismo, significa che procedono da una forma di paganesimo”.
In effetti, pagana è l’idea della pluralità delle “lingue di Dio”; pagana è l’idea della piena sovranità della ragione ; e pagana è l’idea che non vi sia altro che questo mondo, con la conseguente rivalutazione dell’homo naturalis e delle sue passioni mondane , demonizzate dall’Apostolo come dai Padri della Chiesa. E la diffusione — spontanea e silenziosa — di tali idee ha fatto emergere quello che Enzo Bianchi ha definito “un novum molto appariscente : la sopravvenuta condizione di minoranza da parte dei cristiani, minoranza numerica di fronte a una gran massa di indifferenti e di agnostici rispetto alla fede”. E ha fatto emergere altresì un altro novum , non meno appariscente e significativo : in buona parte dei Paesi dell’Unione Europea , l’attività legislativa si è completamente liberata del Superego giudaico-cristiano : è diventata pienamente autonoma persino sui temi sui quali la Chiesa ha sempre rivendicato una privativa morale : la famiglia, l’aborto , il matrimonio , il testamento biologico , la fecondazione assistita , l’eutanasia.
Alla luce di tutto ciò , risulta cosa affatto “normale” che i Parlamenti di Francia e di Gran Bretagna oggi si apprestano a legalizzare i matrimoni fra i gay. E risulta parimenti “normale” che i gestori professionali del sacro tuonino contro il dilagante neopaganesimo . Il che , poi, significa che è in atto – e non da ieri – una guerra culturale fra Atene e Gerusalemme, fra la “cultura della ragione” e la “cultura della fede”. Col risultato – questa è la conclusione cui è giunto di recente Paul Veyne — che “la nostra Europa attuale è democratica laica, sostenitrice della libertà religiosa , dei diritti dell’uomo , della libertà di pensiero , della libertà sessuale, del femminismo e del socialismo o della riduzione delle disuguaglianze . Tutte cose che sono estranee e talvolta opposte al cattolicesimo di ieri e di oggi, talché il cristianesimo ha cessato di essere le radici dell’Europa”. Con buona pace di Stark e Galimberti e di coloro che li hanno presi sul serio.

Luciano Pellicani

fondazione nenni

Via Alberto Caroncini 19, Roma www.fondazionenenni.it

One thought on “La scristianizzazione dell’Europa

  1. Pellicani è brillante come sempre, e continua ad individuare giustamente tra monoteismo e paganesimo un crinale fondamentale attorno cui ruota gran parte delle visioni alternative dell’uomo e della società che dominano le società europee.

    D’altronde, non sono così sicuro che Galimberti e Stark abbiano torto. Le messe disertate o l’ignoranza dei dogmi rischiano spesso di stare semplicemente a significare un declino del monoteismo religioso ed organizzato a favore di un monoteismo à la carte, interiorizzato, largamente secolarizzato, spesso superstizioso, che ormai secondo la profezia nietzschana non ha più bisogno di catechismi o discettazioni tomiste a supporto di valori giudeocristiani ormai interamente interiorizzati.

    Cosa del resto che convive benissimo con il perdurare, o talora persino l’espandersi, dell’ossequio formale per la stesse istituzioni religiose da cui ormai il “laico” non pensa neppure più di distinguersi ove debba celebrare la nascita di un figlio, un matrimonio, le esequie di un genitore o… la sua personale campagna elettorale.

    E in fondo anche battaglie apparentemente “libertarie” come il matrimonio omosessuale, che cosa rappresentano se non l’implicita adesione, la desiderata omologazione, della comunità gay in rapporto a canoni sociali fondamentalmente cattolici *e* borghesi, spesso in salsa neopuritana?

    Pertanto, possiamo capire lo sconcerto degli arcivescovi per le cattedrali vuote, ma da qui a cantare vittoria per chi si situi sulla sponda opposta ce ne corre.

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