Sul libro di Orsini “Gramsci e Turati”

 Ho partecipato dagli inizi della querelle agli studi e ai convegni gramsciani sui rapporti di Gramsci con il partito comunista e dato alle stampe nel 1963 una biografia dal titoloAntonio Gramsciseguendo passo passo le sue noteche per i vincoli carcerari non potevano essere troppo chiare(ma lo furono abbastanza da essere intellegibili)e scoprendo che Gramsci in carcere non crede più alla rivoluzione bolscevica in Italia e disegnanelle tragiche condizioni in cui lavorauna nuova strategia che non definiscodemocraticaper evitare equivoci. Gramsci si convinse che la rivoluzione in Russia era stato un colpo di mano contro il Palazzo difeso da milizie dietro le quali non c’era quasi nulla legato organicamente a quel mondo. Militarmente bene organizzati i comunisti russi diedero una spallata e il Palazzo d’Inverno venne giù tutto.

In Italia era ridicolo pensare di abbattere il capitalismo con  uno scambio di fucileria con i militi che difendevano il Quirinale. Per sottolineare la differenza essenziale tra la rivoluzione russa e la rivoluzione in Occidente Gramsci scrisse la famosa frase:Mi pare che Ilica aveva compreso che occorreva un mutamento dalla guerra manovrata [insurrezione] applicata vittoriosamente in Oriente nel 1917 alla guerra di posizione [conquista graduale]che era la sola possibile in Occidente….Solo che Ilic non ebbe il tempo di approfondire la sua formula,pur tenendo conto che….il compito fondamentale era nazionale.Bisognava conquistare tutti i fortilizi grandi e piccoli, culturali, tecnici, i modi di pensare della gente, le istituzioni culturali svuotando la società capitalistica dei suoi contenuti prima di tutto valoriali: questa era l’egemonia secondo Gramsci.

Io sono convinto che Gramsci si allontanò dal comunismo sovietico, esprimendo nelle sue note un pensiero liberal-democratico: per l’esattezza socialista, ma la prova regina non vi è ancora e la disputa continuerà.

Il libro di Orsini (Rubbettino, 2012)sostiene la tesi opposta, diametralmente opposta. Tra il comunismo di Gramsci e il socialismo di Turati non vi è alcun punto di contatto, ma proprio nessuno. Per non lasciare dubbi, Orsini semplifica e fa un testo a fronte:

Gramsci                                                                                                       Turati

Chiusura preventiva alle idee dell’altro                                        Educazione al dialogo

Disprezzo degli avversari                                                                   Rispetto degli avversari

Elogio dell’insulto                                                                                  Condanna dell’insulto

Celebrazione della violenza                                                               Rifiuto della violenza

Intolleranza                                                                                              Tolleranza

Attacco personale                                                                                Rifiuto dell’atto personale

Principio di autorità                                                                            Libertà di critica

Sottomissione all’ortodossia del partito                                     Diritto all’eresia

Culto di Lenin                                                                                         Rifiuto della cultura leninista

Dittatura del partito unico                                                               Pluralismo dei partiti

 

Come hodetto sopra la questione gramsciana non avrà fine. Su un punto occorre andare cauti: La violenza di Gramsci (che non poteva essere che verbale). Ricordiamo con la violenza verbale, i “cazzotti nell’occhio”, anche la sua tenerissima prosa nelle lettere ai figli.

  

Giuseppe  Tamburrano

 

 

 

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