Democrazia e mercati

Il recente varo del primo Governo Monti ha aperto il dibattito sulla possibilità che esso rappresenti una fase di sospensione della democrazia. Sono emersi malumori da parte di alcune componenti delle forze politiche, tanto di destra quanto di sinistra, che sono sfociati nel passaggio all’opposizione della Lega Nord e nel sostegno condizionato di IDV e SEL, quest’ultimo partito peraltro non presente in Parlamento.

Ma, forse, si tratta di una tesi estrema. In fondo Monti è stato nominato senatore a vita dal Presidente della Repubblica e tale nomina è stata controfirmata dal Presidente del Consiglio uscente. Detta nomina potrebbe anche essere stata dettata dalla pluriennale esperienza del Presidente della Repubblica che, memore delle esperienze di Ciampi e di Dini, i quali, mossi i primi passi come tecnici sono poi rimasti a lungo sulla scena politica, potrebbe aver voluto sottrarre Monti alla tentazione di schierarsi con questo o quel lato dell’agone politico per ottenere una sua candidatura e rielezione. Monti avrebbe così rischiato di ammorbidire i sacrifici necessari al Paese, il che avrebbe avuto per conseguenza una ridotta efficacia nella propria azione di Governo ed una minor credibilità sui mercati.

Le forze che si oppongono al Governo Monti ritengono che nel nostro Paese sia ormai invalsa una sorta di Costituzione materiale in cui il Presidente del Consiglio è di fatto designato dagli elettori. Ma, in realtà, la nostra architettura istituzionale è ancora quella di una democrazia parlamentare. E poi, occorrerebbe chiedersi se è vera democrazia quella in cui sono i leader dei partiti a nominare”i Parlamentari e non gli elettori ad eleggerli, con tutte le conseguenze, di cortigianeria, di scarsa preparazione, di mancanza di legami con il territorio, che sono emerse in questi anni. Peraltro i vari partiti politici, che tendono ad identificarsi troppo con la figura dei rispettivi leaders, non sembra abbiano finora brillato per democraticità al loro interno.

Oggi siamo dunque in mezzo al guado: per qualche anno abbiamo ritenuto di andare verso uno stabile sistema bipolare, in cui il Primo Ministro è eletto dal popolo, salvo accorgerci che restiamo una democrazia parlamentare, i cui membri peraltro non sono selezionati direttamente dagli elettori.

Dove siamo oggi è il frutto delle scelte fatte nel passato quando, soprattutto a fronte dei numerosi clientelismi, di un debito pubblico in crescita, della frammentazione e della instabilità politica, si era sostenuto che fosse necessario superare il sistema proporzionale esistente.

Tuttavia se guardiamo all’esperienza che ne è seguita notiamo che il debito pubblico è cresciuto fino ad arrivare al limite della insostenibilità dato il basso livello di crescita, che i cittadini si sono allontanati sempre più dalla politica e, non potendo indicare i propri rappresentanti, ne è aumentata l’aggressività di piazza, che è cresciuta invece che diminuire la frammentazione politica, e, soprattutto, che nei momenti di emergenza, la politica è stata incapace di trovare al suo interno una soluzione, ma è dovuta ricorrere, come in passato e forse in una situazione peggiore del passato, in quanto imposta dall’emergenza, ad un governo tecnico.

Quindi occorrerebbe chiedersi se in un contesto in cui, inserito in costituzione un vincolo al pareggio di bilancio sia dello Stato che degli Enti locali, in modo tale che il debito non possa più lievitare senza freno, non sia il caso di ritornare ad un sistema proporzionale puro in cui sia possibile per i cittadini esprimere le preferenze sui candidati.

Una tale sistema consentirebbe alle varie forze politiche elette in Parlamento, portatrici degli interessi e delle istanze, generali e territoriali, dei cittadini, di coagularsi volta per volta avendo come obiettivo la sintesi dei rispettivi programmi elettorali, ma anche di avere maggiore libertà e flessibilità nel modificare l’assetto politico una volta che gli eventi o le circostanze lo impongano, senza dover ricorrere ai taumaturghi di turno.

Alfonso Siano

fondazione nenni

Via Alberto Caroncini 19, Roma www.fondazionenenni.it

One thought on “Democrazia e mercati

  1. Esistono aspetti legali di costituzione formale ed aspetti politici di costituzione sostanziale (la costituzione formale di Weimar non viene mai abrogata durante il Terzo Reich, ma il regime ovviamente cambia).

    Ora, Monti è stato nominato dal presidente della repubblica, ha ottenuto la fiducia delle camere ed ha giurato. Sul primo aspetto, che sia il presidente del consiglio legalmente in carica perciò non c’è dubbio.

    E’ stato il popolo italiano, o anche solo la classe politica nostrana, o anche solo i parlamentari che questa esprime, a *sceglierlo* sovranamente? Ovviamente no, se non nel senso in cui l’imperatore del Giappone negli anni trenta sarebbe stato un sovrano assoluto.

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