Un messaggio dalla Danimarca

 Il modello socialista dei paesi scandinavi, la Svezia in primis che ne è stata l’ispiratrice, è stato un riferimento per le sinistre socialiste europee negli anni sessanta e settanta. Basato su un welfare che garantiva coperture e servizi sociali, finanziato con un’alta tassazione, e su una politica forte di tolleranza ed allargamento dei diritti civili.

L’assassinio di Olof Palme nel febbraio del 1986, segnò la fine di un’epoca: l’assenza di leader carismatici, le crisi economiche, l’imporsi del verbo liberista, hanno fatto sì che nell’ultimo ventennio nei paesi del Nord Europa abbiano spesso governato i conservatori, che hanno smantellato lo stato sociale e ristretto i diritti civili, in particolare con politiche pesantemente restrittive sull’immigrazione, che come nel caso del governo finlandese uscito dalle urne nella scorsa primavera, prendono una pericolosa deriva nazionalista.

Ma un segnale in controtendenza è arrivato dalla Danimarca: le recenti elezioni hanno visto il successo della coalizione di sinistra, guidata dalla giovane leader socialdemocratica Helle Thorning-Schmidt, in alleanza con i liberali sociali, i verdi di Lista Alleanza e la sinistra del Partito Socialista del Popolo. E i primi attisono in linea con il programma presentato agli elettori: sussidio di disoccupazione per due anni, durata massima delle prestazioni ospedaliere da uno a due mesi, incentivi per le energie rinnovabili, un ampio piano di investimenti in opere pubbliche, riduzione a due, dalle tre attuali, delle aliquote fiscali, ma anche, con sano realismo politico, aumento dell’età pensionabile e soppressione del contributo statale per i pre-pensionamenti. E se in politica estera è prevista il ritiro del contingente danese in Afghanistan, entro il 2014, è dalle politiche migratorie che vengono le novità più incoraggianti. Tutti i servizi sociali saranno disponibili da subito anche per gli immigrati che provengono dai paesi esterni all’Unione Europea, mentre prima erano concessi solamente per i primi sei mesi di permanenza: un grande segnale di civiltà e che indica alla sinistra europea una strada da seguire. Quella danese è la prima “svolta a sinistra” in Europa. Adesso occhi puntati sulle elezioni francesi!

 

Alfonso Isinelli

fondazione nenni

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